TAVOLE TRATTE DA: "LA FANTASTICA STORIA DI PIETRASANTA"

 

PIAZZA DUOMO PIETRASANTA "LIFTING

 

CASTELLO PORTO DI MOTRONE


Motrone nel 1300 era un porto indicato in tutte le carte nautiche alla foce del fiume Versilia nel quale confluivano tutti i cinque corsi d’acqua da Cinquale a Fossa dell’Abate, con un bacino interno per liuti, saette, galeotte e galere. Se il mare lo permetteva arrivava a Motrone una nave al giorno e una partiva per Genova, Tolosa, Roma o Barcellona. Due strade collegavano Motrone con Pietrasanta. Colonne di carri e di muli trasportavano le merci a Lucca, Firenze, Roma e verso la pianura padana. I pericoli maggiori erano i briganti celati nella boscaglia, i corsari barbareschi e i pisani che oltre a rubare sabotavano il porto accumulando sabbia all’imbocco. Nel secolo XVI Motrone entrò in una crisi irreversibile. Le fortificazioni a difesa vennero distrutte dal cannoneggiamento inglese di Lord Bentinck al tempo dell’occupazione napoleonica nel 1813. Rimane qualche rudere, nascosto dai lecci, lontano dalla spiaggia.

Il castello di Motrone si specchia nelle acque del ‘300. Sullo sfondo in alto a sinistra la città di 
Pietrasanta. Sulla collina di fianco, a destra, il castello di Rotaio. Il resto è palude e umidità. Il 
canino metastorico? E’ di vedetta : è stato nominato capitano di fregata dalla marineria locale. 
Si è montato la testa.

 

 

LA ROCCHETTA DI PIETRASANTA


Castruccio Castracani Signore di Lucca dal 1316 al 1328, con strette parentele versiliesi al massimo del potere coltivò il sogno di diventare Signore di Firenze, ma l’Imperatore Ludovico il Bavaro, amico sempre diffidente nei suoi confronti, non assecondò le sue ambizioni. Fece molte opere pubbliche nella Vicarìa di Pietrasanta che divenne il più munito baluardo della Versilia. In onore di suo figlio Enrico chiamò Torre Arrighina con la quale completò la cinta muraria che la univa alla Rocca di Sala ed eresse chiese ed eleganti palazzi nella piazza principale. Da Lucca si fece attribuire un assegno personale di quattromila fiorini l’anno e si costruì una residenza regale per far posto alla quale vennero demolite quaranta case del centro di Lucca. I lucchesi, che non l’amavano a causa del “Sacco di Lucca”, fecero scontare la loro ostilità ai suoi figli che dovettero lasciare la città.

La fine dei lavori, le scene di vita quotidiana fuori e dentro le mura, sono osservate a “volo d’uccello” da Castruccio. Il cavallo invece pensa al “volo” che farà per scendere. Per Slot questa altezza è cosa da ridere: ha il paracadute.

 

 

LA BATTAGLIA DI PIETRASANTA

Per i commerci assai fiorenti nel XV secolo, il presidio di Pietrasanta era indispensabile a Firenze. Non riuscendoci pacificamente, i fiorentini decisero di conquistarlo. Nella primavera del 1484 assediarono Pietrasanta contando su una rapida resa. Dopo tre mesi, fu distrutta, i pietrasantini resistevano asserragliati nella Rocca di Sala. Per le trattative di resa dovette intervenire Lorenzo il Magnifjco. La conquista fu tutta fatica sprecata perché Piero lo Sfortunato, il suo indegno primogenito, fuggendo da Firenze insieme al fratello cardinale travestito da frate, cedette Pietrasanta ai francesi. Il Magnifico, che aveva sognato invano un Papa in famiglia, non avrebbe mai immaginato che il fuggiasco in saio sarebbe diventato Leone X, il Papa del Lodo che assegnò Pietrasanta al Ducato di Firenze.

Lo squarcio nelle mura ha provocato un boato enorme. Le truppe fiorentine guidate da Lorenzo 
il Magnifico a cavallo entrano in Pietrasanta. Quasi al centro in basso, vicino ad un soldato, un 
paio di uova al tegame. Gli storici ancor oggi non sono riusciti a capire se furono cotte prima o durante la battaglia. Millanta altri interessanti particolari sono tutti da scoprire. Buon proseguimento. Slot si è mimetizzato. Va bene essere cani; ma fessi no!

IL CAMPANILE DI PIETRASANTA

All’arrivo a Pietrasanta l’unica cosa che fece piacere a Michelangelo fu trovarvi Donato Benti che ben conosceva e che era in Versilia da tempo per potenziare le fortificazioni verso Montignoso. Faceva in quei giorni la Colonna del Marzocco che venne issata nel 1514 per festeggiare il ritorno della città sotto Firenze. Al Benti ― architetto e scultore di grande prestigio, la sola persona di cui si fidasse ― Michelangelo affidò tutti i compiti più importanti: cave, strade e laboratori. Il Benti faceva ogni cosa con grande impegno senza mai lamentarsi; salvo che per i compensi che considerava insufficienti per fare la dote alle cinque figlie. Realizzò molte opere di scultura e di architettura, la più importante delle quali è il campanile con l’ardita scala a chiocciola e gli eleganti motivi in mattoni che vennero ripresi da Piacentini per molti edifici del ventennio fascista.

Donato Benti, sculptor architettore lo si nota alla base del campanile, mentre lo stesso con una cerniera “zigrinata a tubo” viene issato senza ombra di dubbio. A sinistra, dietro i buoi, un gruppo di pietrasantini “criticoni” assistono per il momento in silenzio, «del doman non v’è certezza”. Per Slot, un posto al sole.

 

LE PRIME BALNEAZIONI

I primi ad andare in spiaggia furono i viareggini, gli uomini in quella di ponente, le donne in quella di levante. Maria Luisa di Borbone, duchessa di Lucca, volle che quest’ultima fosse protetta da una rete; per i guardoni c’era una multa di 7 lire e tre soldi. I marmisti di Pietrasanta andavano al mare il lunedì per fare la merenda in pineta. Le prime donne in spiaggia portavano vestiti fino alla caviglia e non lasciavano mai il parasole perché l’abbronzatura non si addiceva ad una signora. La prima capanna sul Fiumetto fu quella di Alberto Coluccini con una grande scritta «Restaurant”; sua figlia Bianca la fece trascinare sulla spiaggia per fare posto al primo albergo. I terreni a fine ‘800 a Marina di Pietrasanta si misuravano «a tiro di sasso”. Col nuovo secolo le famiglie borghesi cominciarono a farsi la casa al mare.

Sul ponticello di Via Morin a Fiumetto transita la prima sferomobile con ruota di scorta ripiena a repentaglio costante. Sulla spiaggia la gente, gli animali e le cose, in un intersecarsi di musiche 
grammofoniche modulari ad andamento ondeggiante ma non troppo. Slot è in cabina... di regia.